La mostra sulla transavanguardia è un’ulteriore tappa del rapporto
fecondo instaurato da Regione Lombardia con il Comune di Milano
e con istituzioni pubbliche e private attive in Lombardia nell’ambito
della promozione dei giovani talenti e di artisti e movimenti che hanno
caratterizzato la ricerca artistica italiana del secondo dopoguerra.
Il termine “transavanguardia” (oltre l’avanguardia), coniato dal critico
Achille Bonito Oliva, ispiratore e creatore del movimento, identifica
un nucleo di artisti, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi,
Nicola De Maria e Mimmo Paladino, che ha rappresentato per l’arte
italiana l’occasione di farsi conoscere a livello internazionale,
inserendola nei circuiti commerciali dell’arte moderna, dominati in quel
momento dai mercanti e dai galleristi americani poco attenti
all’emergere di un’articolata ricerca italiana ed europea.
L’evento milanese è l’occasione per cogliere i motivi ispiratori di un
gruppo di artisti, se non omogeneo, sicuramente percorso da un discorso
comune coerente nel costante riferimento a una cultura europea e
italiana e comunque destinato, dopo la notorietà improvvisa tra la fine
degli anni settanta e i primi anni ottanta, a differenziarsi
significativamente nei diversi linguaggi espressivi.
In qualche modo la transavanguardia anticipa il passaggio dalla
modernità alla postmodernità (la caduta del Muro di Berlino è del
1989), fatta di piccole narrazioni quotidiane, del ritorno al particolare,
a un’identità e a un genius loci sopraffatto dall’universalità della Storia,
restituendo nell’ambito della ricerca artistica una nuova attenzione alle
pratiche manuali, al segno, al colore, ai materiali tradizionali di intensa
fisicità – il bronzo, il vetro, la terra, il legno, il ferro, il marmo –, con
ciò affermando il ritorno dell’arte all’arte e l’eterna immutabilità
dell’uomo e della sua vicenda terrena.
Il fatto che la mostra di Palazzo Reale sia l’avvio di un progetto culturale
più ampio e articolato che coinvolgerà fino all’estate del 2012 filosofi,
direttori di musei, storici dell’arte, curatori e prestigiose istituzioni
nazionali attive nell’ambito della promozione del contemporaneo e il suo
inserimento tra gli eventi patrocinati dalla Presidenza della Repubblica
e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito delle iniziative
per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, è un ulteriore elemento di
soddisfazione che ci stimola a una progettualità culturale di profilo
sempre più alto.
Roberto Formigoni
Presidente della Regione Lombardia
____________________________________________________________________________
L’arte ha fondato l’identità degli italiani e ha dato forza all’unità
del paese. La nostra lingua, la nostra letteratura e tutte le arti hanno
costituito i canoni della bellezza universale, a partire da un’idea chiara e
forte di italianità, secoli prima del 1861.
Milano continua la celebrazione dei centocinquant’anni di unità
politica creando occasioni di riscoperta dei codici estetici che il paese ha
diffuso nel mondo.
È il caso della rassegna sulla transavanguardia a cura di Achille Bonito
Oliva: l’esposizione, nel quadro degli eventi ufficiali per il 150esimo
dell’Unità d’Italia, offre un percorso critico originale e sistematico sul
movimento, attraverso le opere di Sandro Chia, Francesco Clemente,
Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino.
Fu lo stesso curatore Bonito Oliva a tracciare per la prima volta i
contorni della transavanguardia in un saggio del 1979: oggi la rassegna
ci presenta la sua stessa rilettura a trent’anni di distanza, un’occasione
di sicuro interesse per tutti gli amanti della critica d’arte. Viene così
delineato chiaramente il ruolo della transavanguardia nella
valorizzazione internazionale della nostra arte contemporanea:
anche questo un aspetto che contribuisce all’originalità e all’interesse
di questa mostra.
Alla mostra collettiva di Palazzo Reale si affiancheranno le cinque
personali dedicate agli artisti in diverse città italiane, oltre a sei
appuntamenti di approfondimento scientifico curati da altrettante
prestigiose istituzioni culturali del paese: un complesso di eventi aperti e
diffusi per una rinnovata consapevolezza del valore dell’italianità nel
panorama dell’arte contemporanea.
Milano è lieta di ospitare un evento che ci aiuta a comprendere chi
siamo: un popolo capace di generare bellezza, nella forma di un’arte al
servizio della convivenza civile e della libertà. Arte, libertà e identità
collettiva non sono separabili: è forse questo uno dei messaggi che la
transavanguardia, con la sua rilettura della migliore tradizione artistica
italiana, ci consegna e ci invita a coltivare.
Giuliano Pisapia
Sindaco di Milano
____________________________________________________________________________
La transavanguardia nasce tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli
anni ottanta, in un periodo in cui – come ha scritto Achille Bonito
Oliva – “l’arte finalmente ritorna ai suoi motivi interni, alle ragioni
costitutive del suo operare, al suo luogo per eccellenza che è il labirinto
inteso come ‘lavoro dentro’, come scavo continuo dentro la sostanza della
pittura”.
È un tempo che segna il passaggio dalla modernità alla postmodernità,
un tempo che si colloca tra la storia e la “fine della storia”, come dirà in
La fine della storia e l’ultimo uomo nel 1992 l’economista nippoamericano
Francis Fukuyama. Un tempo che cancella le grandi
narrazioni universali, riscoprendo le radici culturali e popolari, il
bisogno di liberazione da astratte ideologie di potere, l’attenzione ai
fenomeni laterali e inattesi.
La mostra di Palazzo Reale è un’opportunità per cogliere le peculiarità e
le assonanze dei protagonisti di un movimento del tutto italiano e
oramai storicizzato: un quintetto di artisti, Sandro Chia, Francesco
Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino,
accomunati dal bisogno di un ritorno alla manualità, alla gioia e ai
colori della pittura dopo anni di dominazione dell’arte concettuale, ma
autonomi nella ricerca artistica e negli esiti conseguiti.
Un evento importante, inserito tra le manifestazioni patrocinate dalla
Presidenza della Repubblica e dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, che è anche un
tassello, il primo, di un progetto culturale più ampio, che da novembre
2011 si protrarrà fino all’estate del 2012, inglobando cinque personali
dedicate ai cinque protagonisti della transavanguardia da importanti
istituzioni culturali italiane (dall’ex Foro Boario di Modena al Centro
per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, al MARCA di
Catanzaro, l’ex GIL di Roma e il Palazzo Sant’Elia di Palermo) e
cinque giornate di studio alle quali prenderanno parte filosofi, critici
d’arte, curatori e direttori di musei.
Una mostra ouverture quindi, che è anche un momento di sintesi, per
affrontare con spirito critico e senza i clamori dell’attualità i nodi di un
passato recente della cultura artistica italiana, in cui erano tornati a
emergere, quali tratti significativi della produzione artistica, il disegno,
il colore, la tecnica, inattuali nel clima diffuso del mercato artistico dei
primi anni ottanta, dominati dalla ricerca poverista e concettuale, dalla
Body Art, dalla Land Art, dal minimalismo ecc.
Essa è anche un felice esempio di collaborazione tra enti e istituzioni
pubbliche e private che valorizza i rispettivi ruoli e promuove positive
sinergie nell’ottica di una sempre più alta qualità dell’offerta culturale.
Massimo Buscemi
Assessore alla Cultura della Regione Lombardia
____________________________________________________________________________
Palazzo Reale arricchisce il programma delle celebrazioni dei
centocinquant’anni di unità nazionale con un’importante mostra sulla
transavanguardia, inserita nei festeggiamenti istituzionali per il suo
carattere fortemente italiano e identitario della nostra tradizione e della
nostra cultura. La transavanguardia, teorizzata da Achille Bonito Oliva
nel 1979, è riuscita, grazie alla sua forza espressiva, a imporsi in
brevissimo tempo a livello internazionale e a riconfermare il primato
italiano nelle arti visive. Pertanto, Palazzo Reale, nella sua veste di
spazio espositivo pubblico, ha fortemente voluto una mostra collettiva di
tutti e cinque i protagonisti dello storico movimento che ne potesse
raccontare tutto il sapere fino agli esiti più recenti, confidando in ciò che
li ispirava maggiormente: render nota l’esperienza personale del mondo.
Tutto ciò nel presupposto che l’esperienza estetica, anche quella più
recente, deve essere conosciuta in quanto è anch’essa ricerca di valore
e arte.
Con la transavanguardia l’arte cambia direzione rispetto alle tendenze
degli anni precedenti e si presenta come crocevia di comportamenti
sociali, dove la comunicazione e persino il sorriso trovano possibilità di
coesistenza. L’azione disorientante della transavanguardia, cioè quella di
far risultare attuale ciò che era stato abbandonato nel corso degli ultimi
decenni – la tradizione, lo storico, il popolare – la allontana da tutti i
passati movimenti artistici italiani. Essa utilizza delle armi opposte a
quella dell’avanguardia, vuole creare il consenso e non provocare
dissensi; il suo “andare oltre”, il mutamento da una condizione a
un’altra che esprime nel suo prefisso, non è tanto un essere “contro” la
modernità, ma è un voler essere “prima”, un ricollegarsi a una tradizione
italica, ai canoni tipici della pittura e del suo immaginario. Il
linguaggio della transavanguardia torna ad articolare parole e frasi di
facile comprensione, torna ad avere una sintassi e riconquista il piacere
dell’eclettismo, della metafora, del simbolico. Riemerge la pittura in
grado di raccontare storie umane, in cui il corpo è anche strumento di
trasmissione delle energie dell’inconscio. Sono le stesse immagini
figurative che si presentano ai nostri occhi ambigue: da un lato sono
cariche di materia pittorica, dall’altro quasi inconsistenti, come se
volessero attivare esteticamente il legame tra l’inconscio e il linguaggio.
Una vitalità tenace, in grado di portare, con un atto di forza, l’arte oltre
i confini della cultura della razionalità e della progettualità,
consegnandole così un senso vagamente mitologico. Difficile definire tale
inclinazione, se si trattò di una rivendicazione di libertà formale a
favore di un processo di demitizzazione oppure un abbandonarsi alla
cupa consapevolezza che non vi fosse più alcuna verità. Una cosa però è
certa: la transavanguardia fu senza dubbio un fenomeno vincente e la
ragione del successo è stata la perfetta combinazione tra l’eccellenza dei
cinque suoi esponenti e l’abilità intuitiva e carismatica di ABO.
La mostra di Palazzo Reale rientra in un progetto espositivo molto più
ampio e ambizioso, che si concluderà nel corso del 2012 con cinque
mostre personali dedicate ai protagonisti del movimento: Sandro Chia a
Modena, ex Foro Boario; Francesco Clemente a Palermo, Palazzo
Sant’Elia; Enzo Cucchi a Catanzaro, MARCA -
Catanzaro; Nicola De Maria a Prato, Centro per l’Arte Contemporanea
Luigi Pecci; Mimmo Paladino a Roma, ex GIL di Luigi Moretti.
Domenico Piraina
Direttore di Palazzo Reale
____________________________________________________________________________
Spirale d’Idee è un’associazione che si pone come obiettivo la promozione
dei valori artistici in ogni loro forma espressiva, con particolare
attenzione ai linguaggi pittorici contemporanei e che si è data il compito
di renderli fruibili al più esteso numero possibile di individui.
L’associazione culturale, ogni associazione culturale, se intesa in tutta la
sua valenza organizzativa e intellettuale, non può e non deve essere
slegata dal contesto storico e culturale nel quale opera: ogni accadimento
ha una radice dalla quale prende linfa e dei riverberi nei quali continua
e rilucere.
Le origini, le radici della nostra associazione sono immediatamente
identificabili nella cura attraverso la quale cerchiamo di avvicinare il
pubblico ai linguaggi dell’arte italiana contemporanea, non sempre di
facile accesso e di immediata lettura; a tal proposito la mostra
organizzata nel 2010 e dedicata ad Alda Merini e Mimmo Rotella
incarna alla perfezione i valori del nostro operare.
I riverberi riguardano le risposte, le attestazioni di stima e di
incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa da parte di coloro
che hanno avuto occasione di imbattersi in eventi culturali da noi
organizzati in passato.
Proprio la strada intrapresa si inserisce nel solco dell’attività
imprenditoriale, nel senso letterale del termine, che non passa soltanto
attraverso l’esperienza economica e produttiva: organizzare eventi
culturali, a maggior ragione in una situazione storica ed economica
come quella attuale, diventa un imperativo categorico ancor più
pressante che in passato. Per farlo, per riuscire a dialogare con i valori
dell’arte attraverso il racconto di storie, di personalità artistiche e di
movimenti, si deve necessariamente trovare la forza di mettersi in gioco,
di lavorare con competenza e con spirito visionario, di spendersi senza
riserve e di creare un gruppo di lavoro coeso e ricco di personalità capaci
e dotate di entusiasmo e abnegazione.
A tutte queste persone va il mio più sentito ringraziamento.
Massimo Ferrarotti
Presidente Spirale d’Idee